IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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II /c. Seminari
Il Seminario, Libro V,
Le formazioni dell’inconscio
. Einaudi, Torino,
2004
“La
legge della madre
è, beninteso, il fatto che la madre è un essere parlante, e
questo basta a legittimare il fatto che io dico la legge della madre.”
p. 191
“(…) bisogna che tutto ciò che partecipa della manifestazione del desiderio
primario si installi su quella che Freud, dopo Fechner, chiama l’altra scena. Cosa
necessaria alla soddisfazione dell’uomo in quanto, essendo un essere parlante, le
sue soddisfazioni devono passare per tramite della parola.”
p. 367
“Nell’al di qua, che è il campo della domanda, il puro e semplice Altro fa tutta
la legge della costituzione del soggetto, fosse anche semplicemente preso a livello
dell’esistenza del suo corpo, per il fatto che la madre è un essere parlante. Il fatto
che sia un essere parlante è assolutamente essenziale, qualsiasi cosa ne pensi
Spitz. Non bastano le coccole o le cure all’acqua di Colonia per costituire un
rapporto con la madre. Occorre che la madre parli al bambino, tutti lo sanno.”
p. 404
Il Seminario, Libro VIII,
Il transfert
. Einaudi, Torino, 2008
“L’animale sociale, nel momento in cui si dà alla fuga davanti al segnale datogli
dalla bestia che fa da guardia o altro,
è
il branco. L’essere parlante, invece,
è essenzialmente la mancanza–a–essere insorta da un certo rapporto con il
discorso – insorta da una poesia, se volete.”
p. 402
Il Seminario, Libro XI,
I quattro concetti fondamentali della
psicoanalisi
. Einaudi, Torino, 2003
“L’esperimento può provocare in lui ogni sorta di disordini, ogni sorta di
turbe ma, non essendo finora un essere parlante, non è chiamato a mettere
in questione il desiderio dello sperimentatore, il quale, d’altronde, se lo
interrogasse, sarebbe molto imbarazzato a rispondere.”
p. 232
Il Seminario, Libro XVII,
Il rovescio della psicoanalisi
. Einaudi,
Torino, 2001
“Infine, abbiamo da sempre sottolineato che da questo percorso risulta qualcosa
che si definisce come una perdita. È ciò che designa la lettera, che si legge come
oggetto
a
.
Non abbiamo neppure tralasciato di indicare il punto da cui ricaviamo questa
funzione dell’oggetto perduto. Esso proviene dal discorso di Freud sul senso
specifico della ripetizione nell’essere parlante.”
p. 8
“Visto che abbiamo il significante, dobbiamo intenderci. Ma è proprio
per questo che non ci intendiamo. Il significante non è fatto per i rapporti
sessuali. Dal momento che l’essere umano è parlante, tutto è fottuto, finisce la
perfezione, ovvero l’armonia della copulazione, del resto impossibile da scovare
da qualche parte nella natura.”
p. 32-33
“Ed è questa la dimensione per cui è necessario il lavoro, il sapere che lavora, in
quanto esso dipende in primo luogo, che lo sappia o meno, dal tratto unario e,
sulla sua scia, da tutto ciò che si potrà articolare come significante. È a partire
da qui che si instaura la dimensione del godimento, così ambigua nell’essere
parlante, da poter persino teorizzare il vivere nell’apatia e farne una religione,
essendo l’apatia edonismo.”
p. 56-57
“Questo sapere è mezzo di godimento. E, lo ripeto, quando lavora produce
entropia. Entropia o punto di perdita che è il solo punto, il solo punto regolare
tramite il quale abbiamo accesso al godimento. Così si traduce, si chiude e
si motiva quanto riguarda l’incidenza del significante nel destino dell’essere
parlante. Questo ha poco a che vedere con la sua parola. Ha a che fare con
la struttura, la quale si fa apparecchio. L’essere umano, che chiamiamo così
proprio perché non è che l’humus del linguaggio, ha solo da
apparolarsi
con
quell’apparecchio.”
p. 57
“Precisarlo mi sembra possibile, segnatamente a partire dal discorso
psicoanalitico. Infatti, a partire da questo discorso, di affetto ce n’è uno solo, vale
a dire il prodotto della presa dell’essere parlante in un discorso, in quanto questo
discorso lo determina come oggetto.”
p. 188
“Non è di alcun essente che si tratta nell’effetto del linguaggio. Non si tratta che
di un essere parlante.”
p. 189
“Per esprimermi in questi bei termini approssimativi, prendiamo il principio
maschio, per esempio –qual è su di lui l’effetto dell’incidenza del discorso? In
quanto essere parlante gli è richiesto di dover rendere conto della sua essenza–
ironia, tra virgolette.”
p. 200
Il Seminario, Libro XVIII,
Di un discorso che non sarebbe del
sembiante
. Einaudi, Torino, 2010
Jacques Lacan




